martedì 9 novembre 2010

Shoji e Fusuma: le pareti scorrevoli giapponesi

Shoji

Gli shōji sono le porte scorrevoli che separavano l’interno dall’esterno delle case giapponesi tradizionali. Inizialmente questa funzione spettava a tavole di legno su cui veniva applicata della carta per essere decorata, ma in secondo momento le tavole furono sostituite da una grata in legno che permetteva alla luce di filtrare attraverso la carta (mino-shi, ricavata dal kozo, gelso) illuminando gli interni di luce soffusa.    

I fusuma sono invece le porte scorrevoli che separavano i locali interni della casa e venivano variamente dipinti per abbellire la residenza. 

 Durante il periodo Heian, la vita si svolgeva in un mondo semioscuro o addirittura invisibile a causa della condizione imposta dalle strutture architettoniche e dalle severe regole comportamentali della corte. La casa era l’unico luogo di incontro tra uomini e donne, le quali in questa occasione si nascondevano dietro a un mobile. Essere invisibili infatti esasperava la tensione e aumentava il desiderio.    

I divisori usati per gli incontri, tra cui gli shōji, servivano per dare il senso del distacco fisico e definire lo spazio personale. Nascondersi dietro ad essi significava creare un mondo proprio in cui si vedevano le cose visibili, ma si sentivano anche le cose invisibili come gli odori e i rumori che quindi acquisivano molta importanza. Ad esempio bisognava stare attenti che il fruscio delle proprie vesti risultasse piacevole, così come l’incenso usato per profumarle.

Fusuma

 I FUSUMA si differenziano dagli Shoji soprattutto per il fatto di non essere trasparenti alla luce e di avere molto spesso delle decorazioni di vario genere. L'uso dei Fusuma è riservato, come scritto, alla divisione degli spazi interni.


Per maggiori idee e informazioni sulla realizzazione di interni in stile giapponese potete consultare queste pagine


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