martedì 26 giugno 2007

PASSEGGIANDO TRA I FIORI...


lunedì 25 giugno 2007

FESTIVITA' IN GIAPPONE

Shōgatsu (Anno nuovo) – I primi giorni del nuovo anno rappresentano una festa molto importante in Giappone, ricca di segni di buon auspicio. La casa viene pulita da cima a fondo (susuharai) per eliminare tutte le impurità fisiche e spirituali del passato e si mettono ai due lati della porta dei rami di pino (kadomatsu). Si appende inoltre una fune di paglia con striscioline di carta (shimenawa), per evitare agli spiriti maligni di entrare nella casa. Durante questa festa si mangiano omochi (riso bollito lavorato fino a formare delle palline) grigliati o in una zuppa chiamata ozoni.
Tutti i preparativi devono essere fatti entro l’ultimo dell’anno, poi tutti i negozi chiudono e seguono tre giorni di vacanza chiamati Shōgatsu Sanganichi in cui lavorano solo gli addetti ai servizi primari (trasporti ad es.) e in occasione dei quali ciascuno ritorna alla propria casa.
Chi desidera può ascoltare a mezzanotte il Joya no kane, cioè i 108 rintocchi della campana (tsurigane) del tempio buddista. Altrettante sono le pene dell’uomo e ascoltando tutti i rintocchi ciascuno può esserne liberato.
Il primo dell’anno si fa visita ad altre famiglie a cui c’è l’usanza di donare un’offerta in denaro (otoshidama). In questi tre giorni molte persone visitano i santuari locali (hatsumairi), spesso indossando il loro kimono.
Un’usanza molto diffusa è spedire agli amici una cartolina di buon anno chiamata nengajō.

15, Seiji no hi (Giorno della maggiore età ) - Si festeggiano tutti i giovani che nell’anno compiono 20 anni. Questo evento segna il passaggio all’età adulta; inoltre I giovani possono cominciare a votare, bere e fumare. In questo giorno di festa nazionale le ragazze indossano il loro furisode.


FEBBRAIO
3, Setsubun – Si celebra un giorno prima dell’inizio della primavera secondo il calendario lunare e non è una festa nazionale. Per secoli i giapponesi hanno compiuto riti con lo scopo di cacciare gli spiriti malvagi. Durante il periodo Kamakura si tenevano lontani gli spiriti con l’odore di sardine bruciate, fumo e rumore di tamburi. Oggi il rito più diffuso è gettare fagioli tostati intorno alla casa e ai templi gridando: "Oni wa soto! Fuku wa uchi!" (demoni fuori, felicità dentro). Poi si raccoglie un numero di fagioli pari all’età e si mangiano.

11, Kenkoku kinenbi (Anniversario della Fondazione della Nazione);

14, Valentine’s Day – Solo le donne regalano cioccolata agli uomini, anche ai colleghi e al capoufficio.


MARZO

3, Hina matsuri (Festa delle bambole) – In questo giorno le famiglie augurano alle loro figlie successo e una vita felice. Questa festa ha origine in Cina, dove si pensava che la sfortuna sarebbe passata dalle ragazze alle bambole. Le bambole (hina) sono esposte nelle case insieme a fiori di pesco, in casa si beve sake dolce e si mangia chirashi sushi.

14, White Day – Gli uomini regalano cioccolata alle donne.

21, Shunbun no hi (Equinozio di primavera) – Festa nazionale.


APRILE E MAGGIO
Hanami
È il “rito” di contemplare i ciliegi in fiore durante tutto il mese; in autunno c’è il Kōyō, cioè la contemplazione delle foglie colorate degli aceri.
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La Settimana Dorata:
29 aprile, Midori no hi (Giornata della natura)
Anniversario della nascita dell’imperatore Hirohito, trasformata dopo la sua morte in una festa nazionale dedicate all’ambiente che lui amava moltissimo.
3 maggio, Kenpō kinenbi (Anniversario della Costituzione)Entra in vigore la Costituzione del 1947.
4 maggio, Kokumin no kyujitsu (Giorno centrale - ponte per far continuare la Golden Week)
5 maggio, Kodomo no hi (Giorno del bambino)
È il corrispondente maschile della festa delle bambole, in cui I genitori augurano ai loro figli maschi un futuro felice. Vengono appese fuori carpe di carta e esposte in casa bambole che raffigurano samurai a simboleggiare potere e successo.


LUGLIO


7, Tanabata matsuri – Secondo la leggenda, le stelle Kengyu (Altair) e Shokujo (Vega) che sono separate dal fiume del cielo Ama no gawa (la Via Lattea), lasciano il proprio posto per incontrarsi. Shokujo era una principessa figlia di un re celeste e di una tessitrice: un giorno mentre tesseva un abito per il padre alzò lo sguardo e vide un pastore che vegliava sulle sue mucche. Attratta dal giovane lasciò il suo lavoro e andò a conoscerlo. I due si innamorarono e decisero di sposarsi: la principessa smise di tessere e il giovane smise di guardare le mucche. Il re decise allora di separarli costringendoli a stare sulle due diverse sponde della Via Lattea e permettendo loro di incontrarsi solo una volta all’anno. La principessa era disperata perché non c’era alcun ponte ad unire le due sponde, così uno stormo di gazze si affollò tra le due rive consentendo ai due di attraversare il fiume. In passato le ragazze chiedevano alla principessa di diventare abili nella calligrafia e nella tessitura e i contadini chiedevano al pastore un buon raccolto. Rami di bambù vengono appesi fuori dalle case e decorati con esempi di calligrafia e kimono di carta come tributo alla principessa.

Terzo lunedì del mese, Umi no hi – Festa nazionale introdotta da poco, per celebrare l’oceano.

AGOSTO
14 – 16, Obon – È conosciuta dagli stranieri anche come Festa delle Lanterne, ma ricorda la ricorrenza di Ognissanti. Gli spiriti degli antenati morti fanno visita agli altari dedicati a loro nelle case dove vengono poste speciali offerte di cibo. Al tramonto del 16 del mese lanterne di carta colorata vengono accese e lasciate sul fiume affinché proteggano gli spiriti durante il ritorno verso la terra dei morti. In vista dell’Obon, le case e i cimiteri vengono puliti e si acquistano decorazioni, cibo e offerte presso il mercato allestito per l’occasione. Le decorazioni sono costituite da rami di pino e sakaki, entrambe piante sacre, insieme agli omochi (riso bollito lavorato fino a formare delle palline), frutta e incenso. Nei templi e nei cortili delle scuole si fa una danza comunitaria detta Bon Odori: i movimenti della danza sono scanditi dai canti e da un grosso tamburo. Di solito i partecipanti a questi eventi indossano lo yukata. I bambini amano gli hanabi, piccoli petardi accesi in occasione di ritrovo in famiglia.


SETTEMBRE E OTTOBRE

Terzo lunedì del mese, Keirō no hi (festa dell’anziano) – Festa nazionale.
23, Shubun no hi (Equinozio d’autunno) – Festa nazionale (in questo periodo si contempla la luna, Tsukimi).

Secondo lunedì di ottobre, Taiiku no hi (Giornata dello sport) – Anniversario dell’apertura dei giochi olimpici del ’64 a Tōkyō.


NOVEMBRE

3, Bunka no hi (Giorno della cultura).

15, Shichigosan (7, 5, 3) – Non è una festa nazionale, ma un giorno dedicato alle bambine di 3 e 7 anni e ai bambini di 3 e 5 anni, che visitano i santuari indossando il kimono, in occasione della quale si augura loro una crescita forte e sana.

23, Kinro kansha no hi (Giorno di ringraziamento per il lavoro) – Festa nazionale.


DICEMBRE

23, Tennō no tanjōbi (Compleanno dell’imperatore) – Festa nazionale che cambia in base alla data di nascita dell’imperatore sul trono.

25, Christmas (Natale) – Non è una festa nazionale né religiosa, ma una giornata da trascorrere insieme al proprio partner.

venerdì 22 giugno 2007

Estetica Tradizionale

Nell’opera di Kenkō Hōshi, Tsurezuregusa (Ore d’Ozio 1330-1333), troviamo alcuni dei principali ideali estetici della cultura giapponese. I gusti di Kenkō riflettono quelli dei nobili della corte Heian dei secoli prima e contribuiranno a formare le preferenze estetiche nei secoli successivi.

SUGGESTIONE - YUGEN
“Si devono forse ammirare i fiori solo quando sono in pieno rigoglio e la luna è tersa? (…)
I fiori che cadono e il tramontar della luna sogliono riempire l’animo di melanconia. Eppure solo qualcuno dal cuore totalmente insensibile potrebbe dire: “Questo o quel ramo ha i fiori appassiti: non c’è più nulla che valga la pena di esser visto”.
I giapponesi amano contemplare la fioritura degli alberi, ma amano contemplare anche i frutti e poi la caduta dei petali, delle foglie. Questo perché il momento di massima bellezza non lascia nulla all’immaginazione. I petali che cadono invece suscitano forti emozioni di nostalgia, di malinconia, la percezione della mutabilità delle cose, del tempo.
Ecco il concetto di yugen, che significa impenetrabile, oscuro, misterioso. Ogni esperienza cela dietro di sé altri misteri. La pittura a inchiostro ai tempi di Kenkō, porta la suggestione ai massimi livelli, in quanto suggerisce un’immagine con un solo segno del pennello, rappresenta un’intuizione di un aspetto della realtà, che non può mai essere afferrata nella sua completezza.

IRREGOLARITÀ
“In tutte le cose l’uniformità è brutta; il lasciarle incompiute le rende molto più interessanti, e sembra quasi che esse posseggano un maggior respiro.”
I giapponesi amano non solo l’incompletezza, ma anche l’asimmetria. In qualunque ambito: la poesia, la calligrafia, la decorazione, la sistemazione dei fiori o dei giardini. Pensiamo ad esempio alla disposizione di sabbia e pietre nel Ryoanji a Kyōto.

SEMPLICITÀ
“Una casa che non sia moderna né lussuosa, ma con un giardino dove le erbe crescano incolte e gli alberi abbiano aspetto vetusto, possiede attrattive, cui aggiungono grazia una veranda e un rado steccato, mentre anche gli oggetti più insignificanti ricordano il passato: è proprio questa disadorna semplicità ad apparire deliziosa.”
La cerimonia del the è forse l’esempio più lampante dell’amore dei giapponesi per la semplicità. Anche il cibo rispecchia l’amore per l’essenzialità, infatti la cucina giapponese non fa molto uso di spezie.

MUTEVOLEZZA
“Se l’uomo non svanisse mai come il fumo su Toribeyama, ma durasse per sempre in questo mondo, quante cose perderebbero il loro potere di commuoverci. La cosa più preziosa nella vita è la sua incertezza.”
Per Kenkō la mutevolezza è un elemento necessario nella bellezza. Si può dire che mentre gli occidentali costruiscono le cose in modo tale che durino a lungo, i giapponesi le costruiscono tali da richiedere di essere cambiate spesso. Questo perché profondamente consapevoli del mutare della realtà ed estremamente sensibili al trasformarsi della natura di cui sentono di condividere lo spirito.

da www.casazen.com