sabato 15 gennaio 2011

KATANA E SPADE GIAPPONESI

katana shirasaya


katana shirasaya
Una bellissima katana con impugnatura e fodero decorati:


Acciaio
AISI 1060 ad alto tenore di carbonio
Nagasa
68,5 Cm. - 70,5 Cm. con Habaki
Hamon
Stile "Notare"
Sori
2,50 cm.
Tsuka
28  Cm. con inserti in ottone
Bohi
Presente
Saya
74 Cm. 
Habaki
In rame con Hi
Peso
2.090 Gr. con Saya - 1.670 Gr. senza Saya

Per introdurvi al vasto mondo delle spade giapponesi ecco intanto l'ABC delle varie parti di cui è composta la katana e i loro nomi tecnici:

parti della katana

parti della lama della katana

Le spade giapponesi sono di molti tipi ma per una veloce presentazione possiamo distinguere queste categorie:

KATANA: la tipica spada giapponese conosciuta in occidente, quella solitamente portata dai samurai.
La katana (刀) è la spada lunga giapponese. Anche se molti giapponesi usano questa parola per indicare genericamente una spada, il termine katana si riferisce più specificamente ad una spada a lama curva e a taglio singolo di lunghezza superiore ai 60 centimetri usata dai samurai.
Nonostante permettesse efficacemente di stoccare, la katana veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, impugnata principalmente a due mani, sebbene Musashi Miyamoto, ne "Il libro dei cinque anelli" , raccomandasse la tecnica a due spade, che presupponeva l'impugnatura singola. Veniva portata con il filo rivolto verso l'alto, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, e che in nessun modo il filo della lama potesse danneggiarsi nel tempo sfregando, a causa della forza di gravità, contro l'interno del fodero.
L'arma era portata di solito dai membri della classe guerriera insieme al "wakizashi", una seconda spada più corta. La combinazione delle due spade era chiamata daishō (大小), e rappresentava il potere o classe sociale e l'onore dei samurai, i guerrieri che obbedivano al daimyō (feudatario). Più precisamente la combinazione daishō era costituita fino al XVII secolo da tachi e tantō, e solo in seguito da katana e wakizashi.


WAKIZASHI: una versione corta della katana, portata dai samurai assieme alla katana. La coppia delle due spade si chiama "daisho" ed è il segno distintivo del samurai.
Il wakizashi (脇差?) è una corta spada tradizionale giapponese che i samurai tenevano sempre con sé. Veniva utilizzata durante la cerimonia del Seppuku.
La sua lama è lunga dai 30 ai 60 centimetri. La wakizashi era solitamente portata dai samurai insieme alla katana. Quando indossate insieme la coppia di spade era detta daisho, che si può tradurre come "grande e piccola"; dai ("grande") per la katana e sho ("piccola") per la wakizashi. Mentre il samurai poteva (a volte) abbandonare la sua katana, per esempio in caso di visite ufficiali, egli non si separava mai dal wakizashi, che veniva chiamato "il guardiano dell'onore".
La coppia di spade veniva portata dal samurai infilandole nella cintura: la katana al fianco sinistro, ed il wakizashi davanti al ventre (hara) (sede dello spirito dell'uomo per i Giapponesi). Da qui il concetto di guardiano dell'onore, che spiega anche perché i samurai si tagliassero il ventre (seppuku o più volgarmente harakiri) per suicidarsi. Durante tale rito, il ventre, tradizionalmente sede dell'anima del samurai, veniva trafitto e squartato mediante la wakizashi; lo scopo era per l'appunto quello di mostrare la propria anima pura e, pertanto, non macchiata dal disonore


NODACHI: una versione gigante della katana: è un'arma eminentemente da guerra, utilizzata dalla fanteria contro la cavalleeria (l'uso che aveva l'alabarda occidentale usata dai fanti contro i cavalieri)
Una nodachi (野太刀) è una spada giapponese a due mani, il suo nome si traduce approssimativamente come "spada da campo", ma il termine nodachi è utilizzato spesso nelle fonti storiche con la stessa funzione di ōdachi che significa "grande spada". L'uso originario del termine è invece riferito a qualunque tipo di grande spada da battaglia (daitō), incluso il tachi. Una nodachi tiene il medesimo disegno e aspetto generale di una tachi, ma è considerevolmente più lunga, in quanto può raggiungere una lunghezza che varia solitamente da 1,4 m a 1,8 m circa. Molte nodachi presentano una tsuka, o impugnatura, molto più lunga rispetto alla katanasemplice, e per questo appaiono esteticamente sproporzionate, tuttavia una nodachi ottimale dovrebbe presentare un rapporto kissaki/tsuka di 4/1. Le nodachi sono state utilizzate sui campi di battaglia dalla fanteria per contrastare la cavalleria.

TACHI: l'antenato della katana. Si distingue per la maggiore curvatura e per il fatto che veniva portata con la lama rivolta in basso.
Il tachi (太刀 tachi?) è una spada giapponese, che spesso è più curva e leggermente più lunga del katana (che in giapponese significa semplicemente spada). Comunque Gilbertson, Oscar Ratti, ed Adele Westbrook definiscono che una spada è definita tachi quando si può agganciare all' obi (cintura), con la lama rivolta verso il basso, mentre la stessa spada diventa un katana quando la lama è rivolta verso l'alto e viene infilata nella cintura. Lo stile tachi venne abbandonato a favore del katana. I daitō (spade lunghe) che anticipano il periodo del katana hanno una lunghezza della lama di circa 78 cm, superiore a quella del katana che arriva a circa 70 cm. Rispetto al modo tradizionale di indossare il katana, il tachi viene agganciato alla cintura con il lato tagliente verso il basso, e di solito era utilizzato dalla cavalleria. Se vi sono variazioni sulla lunghezza media del tachi, vengono aggiunti i prefissi ko- se è "più corta" e ō- se è "più lunga". Per esempio, tachi che erano shōtō e la cui lunghezza era vicina ad un wakizashi venivano chiamati kodachi. Il tachi esistente più lungo (risale al XV secolo ōdachi) ha una lunghezza totale superiore ai 3,7 m (2,2 m di lama) ma ha una funzione cerimoniale. Durante l'anno 1600, i vecchi tachi vennero tagliati e convertiti in katane. La maggior parte delle lame tachi che vennero tagliate ora sono o-suriage, così è raro trovare degli originali marchiati ubu tachi.

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