Un passo molto interessante:
<<mono no aware. All'inzio era un semplice aa oppure "hare: "Aa che speldida luna!", "Hare che bel fiore!", che poi si fuse in aware.
Si trattava di eesclamazioni di piacevole sorpresa del tipo "La luna velata, aware!", con le quali si intendeva sottolineeare qualcosa di bello, qualcosa la cui vista destava un acuto coinvolgimento personale.
Successivamente aware si scrisse con il carattere di tristezza, dispioacere, pietà: una sensazione di melanconia, molto spesso suscitata prorpio dalla bellezza di ciò che si sta ammirando e dalla consapevolezza che è destinata a sfiorire.
Mono no Aware è la sensibilità delle cose e nasce dal raporto tra vita e sogno, realtà e visione, natura e arte, sentimento e passione.
Giungere al cuore delle cose (mono no kokoro) significa possedere la capacità di interagire con il mono no aware e ciò sta alla base della cultura estetica, della poesia, del narrare.>>
venerdì 11 luglio 2008
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2 commenti:
Ciao Andrea, sono anch'io un'amante dell'arte orientale, mi piacerebbe conversare con te. Ricevo sempre le tue news dei kimono, che ti devo confessare, cerco di imitarli nella forma, ma non certo nei disegni, che trovo sempre magnifici. Devo dedurre che conosci il giapponese?
Ciao Nedda,
ti ringrazio molto per il tuo commento e mi scuso se rispondo solo ora.
Dunque, mi pare di capire, disegni kimono? Interessante.
Se mi vuoi contattare fallo pure alla mia mail: info(at)casazen(dot)com
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