mercoledì 1 agosto 2007

LA CADUCITA' - "Furyu"

Caduco (dal latino CÀDERE): che presto cade. Che ha breve durata.

Questo è un tema particolarmente forte nella cultura giapponese tradizionale e forse uno dei più interessanti per le vaste ricadute in svariati ambiti artistici (dalla pittura alla letteratura).
La caducità è sicuramente legata all'impermanenza, concetti insomma che portano ad una visione del mondo (nel macro e microcosmo) molto "fluttuante", più che stabile, granitica, ordinata.Un tipo di visione che sicuramente ha avuto in Oriente le sue più alte vette (in un lungo cammino dall'India brahaminica agli eremi di montagna giapponesi), ma che ha trovato anche in "occidente" fertile terreno: ricordo qui solamente la speculazione sul mondo di Marco Aurelio e l'intero movimento Romantico europeo, (tralasciando la filosofia greca pre-socratica che forse è più difficilmente collocabile in una concezione classica di "occidente"), per quanto non si possa assolutamente affermare che sia una delle tematiche fondanti del nostro mondo attuale occidentale (cui si sta avvicinando sempre più anche il Giappone).

La caducità è la caratteristica fondamentale della più alta forma di bellezza nella percezione estetica giapponese, denotata dal termine Furyu (da "fu" vento, e "ryu" scorrere, acqua).

La bellezza deve essere insomma ricercata non nella "cosa" ma nell'interezza dei legami, delle implicazioni di ciò che sta avvenendo, in un dato istante. Questo istante è come un punto di equilibrio momentaneo della creazione nel suo naturale svolgimento, ed in quanto tale può essere anche considerato fuori dal tempo, assoluto, per questo degno di essere elevato a simbolo di bellezza.Ma, si badi bene, non "cristallizzato", non è un "fotogramma" della realtà...credo che il modo migliore per capirlo sia proprio quello del punto di equilibrio che dura un istante, una fase di transizione da noi percettibile.


Petalo rosa
stancamente appeso al ramo
cade


Nessun commento: