giovedì 5 luglio 2007

gli ONI - 1

Prendo lo spunto dalla presentazione di un abito ritarente uno Oni su http://www.casazen.com/ per questo breve post sugli Oni.

Con ONI si indica una serie di creature antropomorfe mostruose del folklore giapponese: il tipo più noto è quello simile ad una specie di orco, dalle zanne lunghe e recante corna, con la pelle di colore innaturale e vivido (rosso, blu, verde).
Gli ONI sono stati introdotti nella cultura popolare occidentale grazie ai manga e soprattutto ai cartoni animati (vedi su tutti: Lamù, la cui protagonista è appunto una Oni, molto sui generis).

Antropologicamente parlando si potrebbero interpretare come incarnazioni delle forze naturali archetipe, caotiche e spaventose (un pò come gli Jotun della tradizione germanica o i Titani di quella greca).

La cosa più interessante da notare è la loro sopravvivenza (anzi la loro vitalità) nella attuale cultura popolare giapponese (festival, produzioni artistiche, manga, oggettistica, rituali, films, videogames, ecc ecc).


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DA WIKIPEDIA http://it.wikipedia.org/wiki/Oni
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I ritratti degli oni variano notevolmente tra loro, ma normalmente li ritraggono come creature giganti e mostruose, con artigli taglienti, capelli selvaggi e due lunghe corna che crescono dalla loro testa. Sono fondamentalmente umanoidi, ma occasionalmente sono ritratti con caratteristiche innaturali, come molti occhi o dita delle mani e dei piedi extra. La loro pelle può essere di colori diversi, ma quelli più comuni sono il rosso, blu, nero, rosa e verde. Il loro aspetto feroce viene spesso accentuato dalla pelle di
tigre che tendono ad indossare e dalla mazza ferrata da loro favorita, detta kanabō (金棒, kanabō?). Questo modo di immaginarli ha generato l'espressione oni con la mazza ferrata (鬼に金棒, oni con la mazza ferrata?), cioè "invincibile" o "imbattibile". Può anche essere usata nel senso di "forte oltre i forti", o di migliorare o incrementare le proprie capacità naturali mediante l'uso di un attrezzo.

Origini comportamento
Nelle prime leggende gli oni come per esempio la ragazza del pozzo erano creature benevole ritenute capaci di tenere alla larga
spiriti maligni malvagi e malevoli e di punire i malfattori. Durante l'era Heian il Buddhismo giapponese, che aveva già importato una parte della demonologia indiana (rappresentata da figure come i kuhanda, gaki e altri) incorporò queste credenze chiamando queste creature aka-oni ("oni rosso") e ao-oni ("oni blu") e facendone i guardiani dell'inferno o torturatori delle anime dannate. Alcune di queste creature erano riconosciute come incarnazioni di spiriti shinto.
Con il passare del tempo la forte associazione degli oni con il male contagiò il modo in cui venivano percepite queste creature e vennero ad essere considerate come portatori o agenti delle calamità. I racconti popolari e teatrali iniziarono a descriverli come bruti stupidi e sadici, felici di distruggere. Si disse che gli stranieri ed i barbari fossero oni. Oggigiorno sono variamente descritti come spiriti dei morti, della terra, degli antenati, della
vendetta, della pestilenza o della carestia. Non importa quale sia la loro essenza, gli oni odierni sono qualcosa da evitare e da tenere a bada.
Fin dal
X secolo gli oni sono stati fortemente associati con il nord-est (kimon), particolarmente nella tradizione detta onmyōdō di origine cinese. I templi sono spesso orientati verso questa direzione per prevenirne gli influssi nefasti e molti edifici giapponesi hanno indentazioni a forma di "L" in questa direzione per tenere lontani gli oni. I templi Enryakuji, sul Monte Hiei a nord-est del centro di Kyoto e Kaneiji, che erano a collocati a nord-est delle dimore imperiali, ne sono un esempio. La capitale giapponese stessa fu spostata verso nord-est da Nagaoka a Kyoto nell'VIII secolo.
Alcuni villaggi tengono cerimonie annuali per tenere lontani gli oni, specialmente all'inizio della
primavera. Durante la festa del Setsubun la gente scaglia fagioli di soia fuori dalle case gridando «Oni wa soto! Fuku wa uchi!» ("Oni fuori! Fortuna dentro!"). Secondo un'altra tradizione di origine taoista si ritiene che alcuni oni possano fare delazioni alle divinità sui peccati dell'uomo, perciò la nota rappresentazione delle tre scimmie che «non vedono, non sentono e non parlano» (con un gioco di parole in giapponese: «mizaru, kikazaru, iwazaru») ha valore talismanico perché impedirebbe a questi spiriti di agire malevolmente. Rimangono comunque alcune vestigia dell'antica natura benevola degli oni. Per esempio uomini in costume da oni conducono spesso le parate giapponesi per tenere lontana la sfortuna. Gli edifici giapponesi a volte includono tegole del tetto con la faccia da oni per tenere lontana la sfortuna, in maniera simile ai gargoyle della tradizione occidentale. Nella versione giapponese del gioco acchiapperella il giocatore che sta sotto è invece chiamato "l'oni".

Le radici storiche degli Oni
È stato proposto che gli Oni non siano altro che una trasposizione degli
Ainu, antica popopolazione europoide del Nord del Giappone, che tuttora sopravvive nell' isola settentrionale di Hokkaido. Si sa che i giapponesi consideravano gli Ainu esseri animaleschi a causa delle caratteristiche fisiche differenti e della forte pelosità, cha ancora oggi manifestano. Nelle leggende infine gli Oni furono sconfitti, un eco nell'iconografia popolare delle guerre di sterminio che i Giapponesi condussero per secoli contro gli Ainu.

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