lunedì 28 febbraio 2011

MASADAIKO: concerto TAIKO a VICENZA, 26 marzo 2011


Caratterizzato da una coreografia di grande potenza questo concerto dal ritmo incalzante è in grado di trasmettere forte energia per una rappresentazione di grande valenza estetica e alta sensualità.

Un Concerto di Taiko
una vera e propria Scarica di Adrenalina
ed Energia


VICENZA
Prenotazioni e Vendita:

          - Online: entra qui
          - Biglietteria Teatro Comunale Città di Vicenza: Viale Mazzini, 39 (Vicenza)
            Tel.: 0444.324442; email: biglietteria(at)tcvi.it
          - Presso gli sportelli della Banca Popolare di Vicenza


MANTOVA: entra qui




Informazioni ed Adesioni: 
   Ass. Gohan©
Tel. 345.6497944


giovedì 24 febbraio 2011

Shigeru Mizuki

Shigeru Mizuki è famosissimo per il suo manga GEGE NO KITARO (in Italia, Kitaro dei Cimiteri), ma è interessantissimo anche per la sua volontà artistica di non abbandonare ma rivivificare tecniche tradizionali quali quelle della stampa xilografica, resa celebre dalla stampe UKIYO-E.

Ecco alcuni suoi lavori realizzati con la tecnica tradizionale ma con il suo inconfondibile stile, ispirandosi ad opere famosissime quali quelle di Hiroshige:

Shigeru Mizuki

Shigeru Mizuki

Shigeru Mizuki

Shigeru Mizuki

Shigeru Mizuki (水木しげる Mizuki Shigeru?), nato l'8 marzo 1922 a Sakaiminato, Tottori è un autore di fumetti giapponese, conosciuto principalmente per il suo manga horror Kitaro dei cimiteri. Specialista di storie di yōkai, è considerato un maestro del genere. In grado minore, ma tuttavia notevole, è conosciuto anche per le sue memorie sulla Seconda guerra mondiale, nonché per la sua attività di scrittore e biografo.

Nel 1957, Mizuki pubblicò il suo lavoro d'esordio, Rocketman. Da allora, ha pubblicato numerose opere, sia di yōkai che lavori militari. Ha inoltre scritto molti libri su entrambi gli argomenti, tra cui un'autobiografia sul suo soggiorno sull'isola di Nuova Bretagna e una biografia manga su Adolf Hitler. Quando non lavora in questi settori, si dedica alla pittura di numerosi soggetti, anche se questi lavori non sono altrettanto conosciuti come quanto quelli letterari che lo hanno fatto diventare una celebrità.
Nel 2003 tornò a Rabaul per ravvivare la sua amicizia con i nativi, i quali gli hanno dedicato una strada in suo onore.
Nel 2005 Shigeru Mizuki è apparso in un ruolo cameo in Yōkai Daisenso («La grande guerra degli Yōkai») diretto da Takashi Miike, un film di yōkai ispirato dalla sua opera; molti dei suoi personaggi hanno fatto apparizioni cameo. Nel film viene inoltre data una breve spiegazione sulle sue opere.

mercoledì 16 febbraio 2011

LA CREMAZIONE IN GIAPPONE

Come tutti i miei 25 lettori nippofili sapranno, in Giappone è uso cremare i defunti.

I crematori rappresentano anche uno dei punti di aggregazione nello svolgimento delle cerimonie funebri, ove i parenti del defunto si ritrovano in attesa che la cremazione venga effettuata (il processo non è breve) e di ricevere le ceneri del trapassato per poterle custodire.

A questo riguardo volevo condividere un anedotto, raccolto di prima mano: un caro amico (iraniano) ha lavorato per alcuni anni in Giappone...in un crematorio. Il suo impiego era proprio quello di gestire il forno crematorio: inserire la salma, regolare il forno, estrarre le ceneri.

Un lavoro così importante (ed è veramente importante per i parenti...poi leggerete perché...) è svolto da immigrati, poiché nella cultura tradizionale (impreganta di shintoismo) il contatto con i cadaveri è da evitare (come quello con il sangue: infatti un tempo i boia, i macellai ecc ecc erano o immigrati o eta o hinin  - sorta di paria, fuori casta-).

La cosa interessante è che questo mio amico guadagnava quasi un altro stipendio solo grazie alle mance che i parenti gli davano qando riusciva a incenerire il cadavere completamente, senza lasciare pezzi di ossa troppo grossi...

Macabro? No, solo uno specchio sulle profonde stratificazioni degli usi e costumi del Giappone...

martedì 15 febbraio 2011

Shinya Tsukamoto: i libri

Un nuovo libro dedicato al celebre e innovativo regista giapponese Shinya Tsukamoto, autore del famoso "Tetsuo":
Shinya Tsukamoto. Dal cyberpunk al mistero dell'anima scritto da due giovani autori italiani: Chimento Andrea e Parachini Paolo.


Ricordiamo anche un altro libro italiano dedicato al cinema di Tsukamoto: 
Il cinema di Shinya Tsukamoto degli autori Fontana Andrea; Tarò Davide; Zanello Fabio
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Shinya Tsukamoto (塚本 晋也 Tsukamoto Shin'ya?) (Tokyo, 1 gennaio 1960) è un regista e attore giapponese, considerato capofila del cinema cyberpunk nipponico.


Diplomato in arte alla Nihon University, Tsukamoto crea il gruppo teatrale Kajiu (Teatro dei Mostri Marini), dirige spot commerciali e realizza una serie di film in super 8, tra i quali, nel 1987, il bizzarro Le avventure del ragazzo del palo elettrico.
Nei cortometraggi giovanili si intravedono alcuni stilemi del suo cinema: montaggio subliminale, personaggi le cui carni si mescolano con oggetti, violenti combattimenti nei sobborghi delle metropoli giapponesi.
Nel 1989 Tsukamoto scrive, produce, dirige e monta un film a basso costo che diviene ben presto noto in tutto il mondo: Tetsuo. In questo come in molte altre sue opere del primo periodo viene fatto ampio uso della tecnica dello stop-motion non solo per far muovere gli oggetti ma anche per muovere gli attori all'interno della città, producendo un effetto ormai classico nel cinema cyberpunk.
Il regista viene premiato nel 2001 al festival di Venezia per il suo film A Snake of June con il Premio della Giuria. Il successivo Vital del 2004 viene premiato con il Corvo d'argento al Festival internazionale del cinema fantastico di Bruxelles. In Italia gode di particolare considerazione da parte di critici cinematografici come Enrico Ghezzi di Rai 3, che spesso manda in onda su Fuori orario i suoi film più celebri e ha curato con la Raro Video un cofanetto contenente i due Tetsuo e Denchu Kozo con contenuti speciali e interviste al regista.
Dopo il claustrofobico mediometraggio Haze, dove le ossessioni del regista vengono rappresentate in maniera degna dei suoi migliori film, Tsukamoto sigla un film che doveva inizialmente essere parte di un serial televisivo sulla falsariga di Twin Peaks. Nightmare Detective risulta ancora una volta film per pochi, assolutamente lontano dalle logiche censorie della televisione, dando ancora una volta dimostrazione di quanto Tsukamoto sia incapace di cedere alle lusinghe dei consensi facili.
A parte la sua indubbia capacità di enfatizzare la prospettiva delle immagini e di ricreare veri e propri deliri visivi, il cineasta nipponico presta moltissima attenzione alla colonna sonora e al sonoro in generale, enfatizzando anche quello che gli attori simulano con i gesti e le espressioni. Le sue intuizioni sonore e le gestualità dei suoi attori appartengono al teatro.
Tsukamoto stesso è, il più delle volte, attore protagonista dei suoi film e la sua mimica enfatica ha catturato l'interesse di altri registi giapponesi di genere. Ha recitato in decine di film giapponesi come nel film "Dead Or Alive 2" e nell'ultra violento "Ichi The Killer" di Takashi Miike o, fra gli altri, "Marebito" di Takashi Shimizu.
Il ritorno in pompa magna avviene allo scoccare della mezzanotte del 5 settembre 2009. Nel lido di Venezia alla mostra del cinema avviene il miracolo. Il regista nipponico più innovativo e oltraggioso degli ultimi vent'anni presenta il terzo capitolo della sua creatura più riuscita, lo straordinario Tetsuo 3, The Bullet Man, che lascia attonita e meravigliata l'intera sala. Un'ovazione straordinaria prima e dopo la presentazione del regista e del cast tecnico e artistico conferma l'interesse crescente nei confronti di un artista estremo in ascesa che condensa nella sua opera il suo talento non comune verso l'horror fantascientifico, continuando quel discorso profondo e immediato sulla metamorfosi dell'uomo e del suo rapporto conflittuale con la tecnologia, un tema tanto caro a David Cronenberg, vero e proprio mito di Tsukamoto. In alcune interviste lo stesso regista si è definito simbolicamente " figlio di Cronenberg ". L'ultimo film del regista si può a ragione definire "un incubo di sangue e metallo che preme i nostri nervi scoperti e che ci porta ad un catartico, sfibrante e nebuloso finale " Anche questa volta il regista presta anche il suo talento come attore accompagnato da un cast di attori eccellente completamente immerso nel dramma tecno-cyber della pellicola!




lunedì 14 febbraio 2011

Namahage: festival dei demoni giapponese



Namahage (ナマハゲ) è un rituale che si svolge durante la celebrazione del capodanno, nella penisola di Oga (nord-est del Giappone).Questo rito comporta la visita nelle case da parte di alcuni membri giovani del villaggio, travestiti con maschere demoniache e mantelli di paglia, i quali recano benedizioni, ammoniscono le giovani mogli e spaventano i bambini. Nel momento in cui i Namahage (il termine designa sia il costume sia i visitatori) entrano nella dimora di qualcuno, vengono ricevuti dal capofamiglia con sake e pesce. Dopo aver consumato le offerte, i Namahage elargiscono benedizioni e profetizzano sul raccolto a venire. La semplicità del rituale non cela comunque la sua drammaticità: l’arrivo notturno dei Namahage è accompagnato da urla e versi simili a quegli degli animali, spesso manifestano un’aggressività incontrollabile dovuta all’abuso di sake; e i loro costumi sono appositamente finalizzati a incutere terrore ai più piccoli (oltre alle maschere, i Namahage portano un grosso coltello da cucina e un secchiello di legno). 




Sebbene oggigiorno questa celebrazione abbia perso le sue valenze religiose (in special modo per la temporanea abolizione delle tradizioni popolari da parte del governo durante la Seconda guerra mondiale, in quanto considerati retaggio del passato feudale), il Namahage è rimasto ancora una vivida testimonianza della tradizione popolare giapponese. Il Namahage è nato innanzitutto per spronare i membri di una comunità alla cooperazione. Il termine “Namahage” infatti deriva etimologicamente dal verbo hagu (“levare, togliere”) e namumeyo, che nel dialetto della città di Akita significa “bruciore” che indica il rossore cutaneo. Altri termini con lo stesso significato di Namahage sono Amamihagi, Sunekatakuri, Amamehagi e Namomehagi. Suneka-takuri, Mame-hagi e Amami-hagi significano “levar via le chiazze rosse”, oppure “persona che toglie via le chiazze rosse”. Le chiazze rosse si riferiscono qui alla pelle chiazzata conosciuta col termine medico di cutis marmorata o, nei casi più gravi, come livedo reticularis. È un disordine dei vasi sanguigni causato dal surriscaldamento di certe parti del corpo. In Giappone questo disturbo è causato dalla maniera in cui le persone si tengono al caldo durante la stagione invernale. Molte persone fanno affidamento al kotatsu, un braciere sul quale viene drappeggiato sui quattro angoli un copriletto, in modo che il calore proveniente dal braciere (oppure dall’unità elettrica) non si disperda nella stanza. Per stare al caldo la gente mette le braccia e le gambe all’interno del copriletto. La pelle chiazzata è la conseguenza di un prolungato riscaldamento e di inattività. I termini che designano questo tipo di malattia fanno riferimento anche alle persone pigre e inattive. Hidako è il termine generico per la pelle chiazzata nel nord-est del Giappone e nelle aree limitrofe; suneke nella prefettura di Iwate, il già citato namumeyo (o namame) a Oga, e amami a Minazuki, prefettura di Ishikawa, sono parole dialettali che indicano la stessa cosa. Invece le altre parti di questi termini, –takuri e –hagi, sono forme dialettali del verbo “levare”, “togliere” o di “persona che toglie”.




Nel contesto della celebrazione, questi termini non solo indicano l’essere mitico che toglie via le chiazze rosse, ma implicano che quest’azione viene fatta per insegnare alle persone indolenti a non essere pigre e a non sedersi per troppo tempo vicino al kotatsu. La cooperazione richiesta da tutti i membri di un comunità è una caratteristica tipica dei piccoli villaggi. Il Namahage serve a disciplinare le giovani donne che si sono sposate in un villaggio esogamo, gli uomini che sono stati adottati come mariti da donne del villaggio e bambini: estranei che non sono stati ancora integrati perfettamente nella comunità del villaggio. Inoltre, il ruolo dei visitatori sovrannaturali è sostenuto da giovani uomini che avranno in futuro l’autorità del villaggio. Il Namahage, non essendo un rito di ribellione, rappresenta quindi l’occasione e il mezzo per promuovere obbedienza, ordine e solidarietà all’interno delle piccole comunità di villaggio. La sopravvivenza di questo antico rito è proprio dovuto alla possibilità di mantenere un controllo sociale capillare all’interno di piccole comunità di villaggio, sorretto da un’azione rituale trasmessa di generazione in generazione, sebbene caratterizzato da uno “svuotamento semantico” che priva la performance rituale di qualsiasi riferimento a culto o credenza.
(wikipedia)

sabato 12 febbraio 2011

Corto Maltese e la guerra russo-giapponese

Corto Maltese e la guerra russo-giapponese
Ritornando al tema del post precedente segnaliamo agli appassionati di storia e di fumetto lo splendido volume di Hugo Pratt "La Giovinezza", dedicato alle vicende d Corto Maltese in Manciuria nel 1905:


Manciuria, 1905. La guerra russo-giapponese è alle sue ultime ore. E qui, tra i bordelli della città cinese di Moukden e il fronte di battaglia dove gli spari risuonano ancora, che nasce la turbolenta amicizia tra Rasputin, un siberiano esaltato e privo di scrupoli e Corto, giovane marinaio maltese alla ricerca delle "miniere perdute" tra Dancalia ed Etiopia. Padrino d'eccezione dell'incontro è lo scrittore-giornalista americano Jack London, ignaro di aver contribuito a un'amicizia dallo strano destino...

venerdì 11 febbraio 2011

La guerra Russia Giappone


Oggi brutte notizie dal Giappone:



TOKYO (Reuters) - Il Giappone sta monitorando con attenzione le attività militari della Russia vicino a un gruppo di isole contese tra i due stati. Lo ha detto oggi il portavoce del governo giapponese, dopo che Mosca ha annunciato il dispiegamento di nuove unità nella zona.
Le relazioni tra Tokyo e Mosca sono state offuscate da una disputa di lungo corso sulle quattro isole, che i russi chiamano Curili del Sud e i giapponesi Territori settentrionali.
Le vicende in quella zona hanno una storia lunga (vedasi qui sotto da wikipedia).
Volevo però concentrami su aspetti più leggeri, ovverosia come l'arte giapponese entro nella modernità tenendosi saldamente legata alla tradizione.
Un esempio sono appunto le stampe dedicate alle vicende belliche di inizio 1900, in cui compaiono soggetti "europei" e "moderni" ritratti con le consuete tecniche e stili.

Si tratta di un filone estetico molto originale e storicamente interessante



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La guerra russo-giapponese (1904-1905) fu un conflitto estremamente sanguinoso che scaturì dalle ambizioni imperialistiche rivali dell'Impero Russo e del Giappone nella Manciuria e in Corea. La guerra venne combattuta principalmente per il possesso della città di Port Arthur (anche nota come Lushun e Ryojun) e della penisola di Liaodong, oltre alla ferrovia che collegava Port Arthur ad Harbin.


Nonostante la Russia avesse un esercito più numeroso di quello giapponese, le recenti sconfitte avevano lasciato il segno. I generali russi premevano per una continuazione delle ostilità, anche a costo di lasciare relativamente sguarnito lo scacchiere europeo; infatti, grazie alla ferrovia Transiberiana, enormi masse di soldati venivano trasportate fino alla zona del fronte, e il loro numero stava salendo vertiginosamente negli ultimi mesi della guerra, raggiungendo una proporzione di 3 ad 1 rispetto ai giapponesi.


Contro questa ipotesi dei generali russi vi erano però alcuni fattori: l'esercito russo si era mal comportato in azione, soprattutto perché mal comandato e mal organizzato; nessuna riforma organizzativa era stata fatta; i pessimi comandanti russi rimanevano ai loro posti di comando (o nei bordelli che caratterizzavano l'immediata retrovia del fronte in questa guerra), mentre molti dei migliori ufficiali erano morti combattendo e non erano ancora stati rimpiazzati. Inoltre il morale dell'esercito giapponese non era provato, malgrado le durissime perdite patite, in particolar modo attorno a Port Arthur, mentre quello dell'esercito russo era vicino al collasso, con diserzioni e occasionali ammutinamenti. L'enorme massa di soldati russi inoltre era anche mal rifornita di viveri, con occasionali casi di scorbuto nell'inverno 1904-1905, e proteste per la qualità del rancio che si erano diffuse in diverse unità. Su questi problemi si interrogavano tutti i partiti ed i movimenti russi, non solo quelli rivoluzionari, ma anche quelli di ispirazione liberale o religiosa.
Nel corso del 1905, la Russia fu scossa dalla rivoluzione del 1905, che mise a dura prova la stabilità del governo. Il sindaco di Mosca, che in un paese autocratico e privo di un parlamento aveva un enorme potere morale, chiese la pace, interpretando l'opinione pubblica non solo della capitale, ma di tutto il paese e di alcune parti delle forze armate. In Russia si preferì negoziare una pace che permettesse di concentrarsi sulle questioni interne.
L'offerta di mediazione del presidente americano Theodore Roosevelt condusse al Trattato di Portsmouth (New Hampshire), il 5 settembre 1905. La Russia cedette al Giappone la metà meridionale dell'isola di Sakhalin, che era stata sino ad allora sotto il dominio russo (l'isola tornò ai russi nel 1952 con il Trattato di San Francisco dopo la Seconda guerra mondiale). Inoltre i russi dovettero rinunciare al controllo della base navale di Port Arthur e della penisola circostante. Inoltre dovettero ritirarsi dalla Manciuria e riconoscere la Corea come una zona di influenza giapponese. Il Giappone si sarebbe annesso la Corea nel 1910 scatenando le proteste internazionali.
Fu questa una delle prime vittorie dell'era moderna di una nazione asiatica su una occidentale: il Giappone rafforzò il suo prestigio e cominciò ad essere considerato una grande potenza moderna.

lunedì 7 febbraio 2011

IL KIMONO KAKESHITA

KAKESHITA KIMONO


Uchikake: fino al periodo Edo l’uchikake era utilizzato dalle mogli di guerrieri o di nobili nelle occasioni formali, dopo divenne un abito di nozze. Di seta monrinzu o monshusu (satin con pattern), dall’orlo imbottito e dalle lunghe maniche, viene indossato senza essere fermato da alcuna cintura sopra il kimono. Gli uchikake colorati presentano simboli di buon auspicio dai toni sgargianti e sono spesso ricamati in oro e argento. Il kakeshita è un furisode indossato sotto l’uchikakeche può essere bianco o colorato, di seta monrinzu o inhabutae (taffettà). L’obi per il kakeshita  è di monrinzu bianco ed è annodato nello stile bunko. Sotto il kakeshita s’indossa un kimono detto shitagane. Una variante dell’uchikake è loshiromoku, l’abito nuziale. Nel caso dello shiromokuuchikake,kakeshita e shitagasane sono bianchi a simboleggiare la volontà della donna di imparare i costumi e le usanze della famiglia del marito e farle proprie. Tradizionalmente veniva indossato il primo dei tre giorni in cui si svolgeva la cerimonia nuziale. Il secondo giorno la donna indossava un abito rosso che serviva come scudo contro la sfortuna, mentre l’ultimo giorno indossava un kimono nero formale.  

sabato 5 febbraio 2011

KAZUO OHNO and Antony and The Johnsons



Una bellissima canzone dell'elegante Antony dedicata ad uno dei fondatori del Butoh: 


Kazuo Ohno (Ohno Kazuo, 大野一雄) (Hakodate, 27 ottobre 1906 – Yokohama, 1º giugno 2010) è stato un danzatore giapponese.
Ha legato il suo nome alla tecnica di danza contemporanea nota come butoh, della quale viene ritenuto il creatore assieme al coreografo Tatsumi Hijikata, con cui nel 1959 portò alla presentazione lo spettacolo, ritenuto scandaloso all'epoca, Kinjiki, tratto da Colori proibiti di Yukio Mishima.
È scomparso nel giugno 2010 all'età di 103 anni.


Kazuo Ohno




Ecco il testo:


Let I
Shy cry
Under the light
Let I
Cry sight
A child at night
I can
Have courage
To receive your love
I can
Step steps
Follow my blind
Inside
My self
The secret grows
My own
Shelter
Agony goes
I was born to adore you
As a baby in the blind
I was born to represent you
To carry your head into the sun
To carve you face into the back of the sun

giovedì 3 febbraio 2011

KIMONO DI ELISA PALOMINO



Il giardino fiorito della geisha che divenne la prima donna attrice del Giappone, Sada Yacco, e' il tema che ha ispirato la collezione di Elisa Palomino, alla sua prima sfilata con AltaRoma. La stilista di Valencia (Spagna), specializzatasi alla St Martin School di Londra nella ricerca sui tessuti vittoriani, ha portato in pedana a S.Spirito in Sassia una collezione che risente della influenza di Sada Yacco sulla moda parigina di fine secolo. (fonte ANSA)


Kimono su misura?


Kimono vintage originali dal Giappone?


Kimono d'epoca originali giapponesi?

martedì 1 febbraio 2011

IL KIMONO ROSSO di Lesley Downer





Un nuovo libro dall'autore de L'Ultima Concubina...che confesso non ho letto, ma visto il tema Giapponese penso che a qualcuno dei "miei 25 lettori" il libro interessi :)


IL KIMONO ROSSO
Lesley Downer


la trama:
Hana indossa il kimono da cerimonia; i capelli lunghi fino a terra sono spalmati d'olio e raccolti in un'acconciatura ordinata, come vuole la tradizione. Saluta il capitano Yamaguchi, suo marito, che sta partendo per combattere i ribelli del sud e difendere lo shogun e il suo paese. Malgrado non sia innamorata del capitano, la giovane e bella Hana si è sempre comportata secondo le consuetudini, per sentirsi adeguata al suo ruolo di moglie. Rimasta sola, custodisce la casa mentre lo scontro tra i ribelli e l'esercito imperiale si avvicina e si inferocisce, sempre più sanguinoso e violento. Ora anche Hana è in pericolo e, nonostante sappia usare con maestria la spada giapponese, deve arrendersi e fuggire. Un breve viaggio pieno di ostacoli, al termine del quale viene accolta dai colori, i suoni e i profumi di Yoshiwara, il quartiere del piacere di Tokyo. Una casa per cortigiane diventa il suo rifugio, e la vita della donna prende una direzione imprevista. Inizialmente intenzionata a raggiungere suo marito, Hana trova nella casa un calore umano che mai aveva conosciuto e viene a poco a poco attratta dall'atmosfera vitale del quartiere. Scoprendo dentro di sé una sensualità fino a quel momento ignorata, si trasforma in una perfetta cortigiana e assapora per la prima volta il gusto della libertà e il sottile piacere della seduzione. Ma è Yozo, un coraggioso soldato, a cambiarle definitivamente la vita.



  • Brossura: 412 pagine
  • Editore: Piemme