venerdì 11 febbraio 2011

La guerra Russia Giappone


Oggi brutte notizie dal Giappone:



TOKYO (Reuters) - Il Giappone sta monitorando con attenzione le attività militari della Russia vicino a un gruppo di isole contese tra i due stati. Lo ha detto oggi il portavoce del governo giapponese, dopo che Mosca ha annunciato il dispiegamento di nuove unità nella zona.
Le relazioni tra Tokyo e Mosca sono state offuscate da una disputa di lungo corso sulle quattro isole, che i russi chiamano Curili del Sud e i giapponesi Territori settentrionali.
Le vicende in quella zona hanno una storia lunga (vedasi qui sotto da wikipedia).
Volevo però concentrami su aspetti più leggeri, ovverosia come l'arte giapponese entro nella modernità tenendosi saldamente legata alla tradizione.
Un esempio sono appunto le stampe dedicate alle vicende belliche di inizio 1900, in cui compaiono soggetti "europei" e "moderni" ritratti con le consuete tecniche e stili.

Si tratta di un filone estetico molto originale e storicamente interessante



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La guerra russo-giapponese (1904-1905) fu un conflitto estremamente sanguinoso che scaturì dalle ambizioni imperialistiche rivali dell'Impero Russo e del Giappone nella Manciuria e in Corea. La guerra venne combattuta principalmente per il possesso della città di Port Arthur (anche nota come Lushun e Ryojun) e della penisola di Liaodong, oltre alla ferrovia che collegava Port Arthur ad Harbin.


Nonostante la Russia avesse un esercito più numeroso di quello giapponese, le recenti sconfitte avevano lasciato il segno. I generali russi premevano per una continuazione delle ostilità, anche a costo di lasciare relativamente sguarnito lo scacchiere europeo; infatti, grazie alla ferrovia Transiberiana, enormi masse di soldati venivano trasportate fino alla zona del fronte, e il loro numero stava salendo vertiginosamente negli ultimi mesi della guerra, raggiungendo una proporzione di 3 ad 1 rispetto ai giapponesi.


Contro questa ipotesi dei generali russi vi erano però alcuni fattori: l'esercito russo si era mal comportato in azione, soprattutto perché mal comandato e mal organizzato; nessuna riforma organizzativa era stata fatta; i pessimi comandanti russi rimanevano ai loro posti di comando (o nei bordelli che caratterizzavano l'immediata retrovia del fronte in questa guerra), mentre molti dei migliori ufficiali erano morti combattendo e non erano ancora stati rimpiazzati. Inoltre il morale dell'esercito giapponese non era provato, malgrado le durissime perdite patite, in particolar modo attorno a Port Arthur, mentre quello dell'esercito russo era vicino al collasso, con diserzioni e occasionali ammutinamenti. L'enorme massa di soldati russi inoltre era anche mal rifornita di viveri, con occasionali casi di scorbuto nell'inverno 1904-1905, e proteste per la qualità del rancio che si erano diffuse in diverse unità. Su questi problemi si interrogavano tutti i partiti ed i movimenti russi, non solo quelli rivoluzionari, ma anche quelli di ispirazione liberale o religiosa.
Nel corso del 1905, la Russia fu scossa dalla rivoluzione del 1905, che mise a dura prova la stabilità del governo. Il sindaco di Mosca, che in un paese autocratico e privo di un parlamento aveva un enorme potere morale, chiese la pace, interpretando l'opinione pubblica non solo della capitale, ma di tutto il paese e di alcune parti delle forze armate. In Russia si preferì negoziare una pace che permettesse di concentrarsi sulle questioni interne.
L'offerta di mediazione del presidente americano Theodore Roosevelt condusse al Trattato di Portsmouth (New Hampshire), il 5 settembre 1905. La Russia cedette al Giappone la metà meridionale dell'isola di Sakhalin, che era stata sino ad allora sotto il dominio russo (l'isola tornò ai russi nel 1952 con il Trattato di San Francisco dopo la Seconda guerra mondiale). Inoltre i russi dovettero rinunciare al controllo della base navale di Port Arthur e della penisola circostante. Inoltre dovettero ritirarsi dalla Manciuria e riconoscere la Corea come una zona di influenza giapponese. Il Giappone si sarebbe annesso la Corea nel 1910 scatenando le proteste internazionali.
Fu questa una delle prime vittorie dell'era moderna di una nazione asiatica su una occidentale: il Giappone rafforzò il suo prestigio e cominciò ad essere considerato una grande potenza moderna.

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